Con Anedda la Sardegna garbata e raffinata
Con la scomparsa di Gianfranco Anedda la Sardegna perde un uomo che ne è stato illustre rappresentante nelle istituzioni Nazionali e Regionali. Cagliaritano, classe 1930, iniziò la sua lunga carriera politica a Palazzo Bacaredda come Consigliere Comunale nelle file del Movimento Sociale. Nel 1969 l’elezione in Regione dove rimase per vent’anni, guadagnandosi la stima e il rispetto degli avversari politici che riconobbero in lui un’intelligenza garbata e raffinata sempre accompagnata da signorilità ed eleganza nei modi. Doti apprezzate anche virtù della sua attività da importante Giurista e Avvocato penalista, condotta dall’alto di una profonda conoscenza del mondo del diritto, culminata con la nomina a Sottosegretario alla Giustizia nel primo Governo Berlusconi. Nel 2006 dopo tre legislature alla Camera in cui fu anche Capogruppo di Alleanza Nazionale, l’elezione al Consiglio Superiore della Magistratura come membro laico con 758 voti, che ne fecero il più votato in assoluto dal Parlamento in seduta comune. 7 in più di Nicola Mancino che tuttavia ne divenne Vicepresidente. Nel corso della consiliatura in più occasioni mise in guardia la Politica dai rischi della degenerazione del sistema correntizio della magistratura e rimarcò l’assoluta necessità di una riforma organica del CSM, anticipando con lungimiranza temi destinati prepotentemente a riemergere negli anni successivi. Un’attività intensa condotta in anni di scontro tra i poteri dello Stato con decisione e garbo istituzionale, nel rispetto di chi nutriva opinioni dissenzienti, mosso dalla ricerca di un compromesso per raggiungere soluzioni rispettose dei principi di indipendenza della magistratura e piena tutela dei diritti dei cittadini.
L’autorevolezza che lo ha accompagnato nel corso degli anni è stata il frutto di una lunga carriera votata all’impegno e al lavoro, i cui traguardi non hanno mutato la personalità che lo ha sempre contraddistinto: Uomo d’altri tempi, conservatore e amante delle libertà dell’individuo, è appartenuto ad una generazione ormai passata senza che ciò ne abbia pregiudicato la sagacia e la perspicacia delle sue analisi adatte ad ogni contesto storico. Il suo ricordo vivrà nella memoria, nelle idee e negli insegnamenti di uomini come lui, con cui il Centrodestra odierno dovrà senz’altro fare i conti per riscoprire la profondità e il garbo istituzionale unite all’attitudine al compromesso, senza rinunciare ai valori in cui credere, per vestire nuovamente i panni di governo senza illusorie improvvisazioni ma con consapevolezza delle capacità e dei propri limiti.